Esperti: familiarizzare con gli alimenti amici della salute.

Una dieta sbagliata rappresenta un importante fattore di rischio per i tumori, in particolare per quelli del tratto gastrointestinale. Ma allo stesso tempo un adeguato stile alimentare può fare molto per prevenire questi tipi di tumore. E’ dunque importante imparare a riconoscere gli epic fail della dieta, le ‘bucce di banana’ che possono far levitare il rischio e familiarizzare invece con gli alimenti amici della salute, scudo e difesa contro il tumore. A questo riguardo, possono venire in aiuto alcuni importanti lavori scientifici di recente pubblicazione che hanno permesso di calcolare la percentuale di nuovi casi di tumore attribuibile ad un’assunzione inadeguata di alcuni alimenti. E’ il caso ad esempio di uno studio pubblicato su JNCI Cancer Spectrum che giunge alla conclusione che ben il 5,2 per cento (cioè 80.110 casi) di tutti i tumori registrati nel 2015 negli Usa, possono essere attribuibili ad una dieta inadeguata. Di questi, il 4.4 per cento è correlabile direttamente ad una dieta sbagliata, mentre nello 0.82 per cento dei casi il fattore di rischio dieta, è mediato dall’obesità (anch’essa frutto di una dieta sbagliata). I fattori dietetici a maggiore impatto sul rischio di tumore sono risultati essere: uno scarso consumo di cereali integrali e di latticini da una parte e l’elevato consumo di carni processate (dagli insaccati alle salsicce e i wurstel) dall’altra. E’ proprio il tumore del colon retto quello che risulta maggiormente correlato alla dieta (ben il 38,3 per cento del totale dei casi), in particolare tra i maschi di mezza età (45-64 anni). Il cancro del colon-retto è il terzo tumore più comune in Italia ed in Europa e rappresenta globalmente il 10.2 per cento di tutti i tumori; la maggior incidenza è dopo i 50 anni anche se, studi dell’ultimo decennio, indicano che l’incidenza e la mortalità per questa patologia sono in aumento anche in fasce di età più giovani. Le ragioni di questo fenomeno non sono ancora del tutto chiare ma lo stile alimentare e la prevalenza di obesità, in aumento nei giovani e negli adolescenti, potrebbero rappresentare una spiegazione almeno parziale del fenomeno. I meccanismi biomolecolari attraverso i quali gli alimenti favoriscono o proteggono dall’insorgenza di cancro sono stati finora poco studiati, sebbene sia ormai scientificamente appurato il ruolo protettivo nei confronti del tumore di alcune componenti bioattive quali ad esempio, le fibre, la vitamina E, il selenio, i polifenoli e gli omega-3. “In definitiva – afferma la professoressa Filomena Morisco, Dipartimento di Scienza degli Alimenti dell’Università di Napoli ‘Federico II’ – dai risultati di questo studio epidemiologico emergono ulteriori conferme sull’importanza della dieta nella genesi delle malattie neoplastiche in generale, ma soprattutto di quelle che interessano l’apparato gastrointestinale. Ne consegue che la scienza della nutrizione si interfaccia con i meccanismi di cancerogenesi e suggerisce sempre più la necessità di un approccio multidisciplinare alla malattia, con il gastroenterologo in posizione sempre più centrale”.

Fonte: askanews.it

 

L'esperto: mito sfatato, concepimenti soprattutto in inverno.

Vacanze d’estate in arrivo e insieme a queste può crescere il desiderio di avere un bambino. E’ infatti nel periodo di pausa dal lavoro e di meritato relax che molte coppie lasciando più spazio all’amore si sentono pronte a diventare genitori. Ma bisogna sfatare un mito: durante il viaggio estivo lontani dallo stress non si è più fertili e non si concepisce di più. “In tutta Europa da almeno venti anni si registra un aumento delle nascite nei mesi estivi, luglio, agosto e, in particolare, settembre. Dal 2015 al 2019 settembre segna un boom in questo senso, ciò significa che il concepimento maggiore è intorno a Natale, nei mesi freddi”, spiega Claudio Giorlandino, ginecologo, direttore generale dell’Italian College of Fetal Maternal Medicine. “Partire in due e tornare in tre” dunque non è altro che un luogo comune. E le ragioni sono molteplici. “Il numero di concepimenti nei mesi estivi è legato a situazioni come quelle di coppie giovani che, magari dopo un matrimonio o in un momento particolarmente felice della loro vita, decidono di suggellare l’unione con un viaggio – osserva l’esperto – è vero che nei periodi di maggiore felicità c’è più possibilità di essere fertili ma per ragioni legate soprattutto alla predisposizione sentimentale. Dunque, se in questi soggetti aumenta l’interesse ad avere figli, aumenta il numero di rapporti e aumenta la procreazione; se dobbiamo fare invece una valutazione generale, la maggior parte dei concepimenti avviene intorno al mese di dicembre”. “Non vi è poi nessuna influenza ambientale o correlazione neuroendocrina perché il riposo impiegherebbe troppo tempo per agire sul sistema neuroendocrino mentre i vacanzieri hanno a disposizione dalle due alle quattro settimane – spiega Giorlandino – nell’uomo per migliorare gli spermatozoi ci vogliono infatti almeno sei mesi, nella donna per riprendere una regolare attività ovulatoria, nel caso in cui lo stress ne abbia determinato una riduzione, può servire anche un anno di vita tranquilla e terapie riequilibranti. Quindi, la vacanza, il relax, non aumentano affatto la fertilità; quello che possono fare è favorire la predisposizione ad avere più rapporti sessuali e la disponibilità ad avere figli”.

Fonte: askanews.it

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